Il progetto CO3 è nato per valutare i benefici e i rischi delle disruptive technologies ovvero: blockchain, realtà aumentata, social network geolocalizzati, strumenti di democrazia liquida e gamification, all’interno di processi di co-creazione, co-produzione e co-gestione di servizi pubblici e beni comuni e sulla creazione di un nuovo modello di interazione tra la PA e i cittadini.
La sperimentazione bottom up è stata effettuata in tre siti pilota: Comune di Torino (IT), Comune di Atene (EL), i 9 Comuni appartenenti all’ente pubblico territoriale “Plaine Commune” delle Aree di Sviluppo nell’ambito del “Grand Paris Project “(FR).
Il progetto ha valutato gli esiti di un nuovo modello di interconnessione tra PA e cittadini negli ecosistemi attivati nei siti pilota, attraverso una serie di parametri:
1) sociale e culturale: coinvolgimento dei cittadini, cambiamento nel rapporto con i dipendenti pubblici;
2) economico: valore dei servizi prodotti, effetti sui luoghi di lavoro, consumi e sostenibilità economica;
3) legale: implicazioni legali per la PA inclusa la tutela della privacy e la protezione dei dati.
Sono state prodotte all’interno del progetto raccomandazioni politiche, consigli strategici, strumenti e metodi interdisciplinari per la governance delle trasformazioni degli ecosistemi urbani.
Universita’ Degli Studi Di Torino (IT), Flexiguided Gmbh (DE), Brainbot Technologies Ag (DE), Anoichto Ergastirio Athinas (EL), Dimos Athinaion Epicheirisi Michanografisis (EL), Istituto Superiore Mario Boella Sulle Tecnologie Dell’informazione E Delle Telecomunicazioni (IT), Geomotion Games S.L. (ES), Fundacion Universitaria Balmes (Es), Comune Di Torino (IT), Institut De Recherche Et D’innovation – Centre Pompidou (FR).
PiùSpazioQuattro – CdQ San Salvario.
Le tecnologie CO3 sono state applicate a quattro casi studio, tutti parte di uno scenario denominato “Augmented Commoning” volto a facilitare la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini e al rafforzamento delle interazioni economiche: è stato consentito agli utenti di accedere alla realtà aumentata e creare, visualizzare, interagire con contenuti aumentati di diverse tipologie: contenuti informativi e culturali sotto forma di immagini e video; Oggetti 3d che rappresentano entità blockchain come monete o voucher; Oggetti 3d rappresentativi di attività di volontariato richieste dai responsabili del CdQ o da associazioni che organizzano attività nel CdQ; Oggetti 3d rappresentativi di corsi, eventi o altre attività per le quali gli utenti hanno potuto registrarsi.
Il primo caso studio nel progetto pilota torinese è stata l’emissione di una carta prepagata: ognuna delle 3 Case del Quartiere, grazie alle tecnologie Blockchain, hanno emesso una propria moneta, sotto forma di carta prepagata. I cittadini e le organizzazioni hanno potuto acquistare la valuta della Casa e gestire le proprie carte prepagate tramite il portafoglio Blockchain.
Il secondo caso studio a Torino ha riguardato la gestione delle attività di volontariato. L’app CO3 ha consentito la creazione e la pubblicità di attività di volontariato, che sono state visualizzate come oggetti 3D nel layer di Realtà Aumentata. Gli utenti hanno potuto registrarsi interagendo con l’oggetto 3D.
L’ultimo caso studio ha compreso l’uso di monete e gettoni nella pianificazione del programma annuale delle Case. Nelle diverse fasi della pianificazione delle attività ospitate dalle Case del Quartiere, gli enti gestori hanno raccolto input dalla comunità; Le tecnologie CO3 hanno supportato questo processo in diversi modi: ad esempio, al momento di decidere quali corsi ospitare, gli utenti dell’app CO3 hanno potuto pre-registrarsi utilizzando le monete della Casa.
Ci aspettiamo che le tecnologie dirompenti della CO3 contribuiranno a rendere i cittadini più coinvolti nella co-creazione, co-produzione e co-gestione di servizi all’interno delle Case del Quartiere e rafforzeranno il modello di sostenibilità e governance delle Case, rendendo più semplice la cittadinanza attiva.
Il progetto CO3 ha costruito un quadro analitico per studiare i potenziali benefici e rischi di nuove disruptive technologies come Blockchain, Realtà Aumentata, Geolocation in Social Networking, Opinion Formation e Gamification e il loro potenziale per promuovere co-creazione, co-produzione e co-gestione di servizi pubblici.
Il progetto mirava a:
a) Abilitare le autorità pubbliche a sviluppare percorsi per l’introduzione di disruptive technologies e al contempo affrontare le sfide sociali sollevate da queste tecnologie.
b) Accrescere la conoscenza sulla democrazia digitale con un’accurata comprensione dei bisogni degli utenti e sviluppare nuovi modi per la fornitura di servizi pubblici, assicurando una governance pubblica e sostenendo il coinvolgimento pubblico con l’aiuto delle disruptive technologies.
c) Contribuire a sviluppare nuove pratiche, ottimizzare i processi lavorativi e integrare processi decisionali basati sull’evidenza nei servizi pubblici e nei servizi quali salute, educazione, welfare sociale e mobilità.
Questo progetto ha ricevuto finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea nell’ambito della convenzione di sovvenzione n.815269.
Contributo UE alla città di Torino
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