PACTESUR mira a rafforzare le capacità delle città e degli attori locali nella protezione e nella messa in sicurezza degli spazi pubblici urbani. Il progetto si basa su quattro assi di lavoro:
Il consorzio PACTESUR coinvolge tre città faro (Nizza, Torino, Liegi) impegnate a rafforzare la loro cooperazione e ad avere strategie convergenti sulla sicurezza urbana e tre partner (ANCI, EFUS, NCA).
Efus guida un gruppo di lavoro di n. 11 città europee (Atene, Edimburgo, Essen, Danzica, Leeds, Lisbona, Londra, Madrid, Monaco, Riga, Xàbia) che hanno conoscenze specifiche sulla protezione degli spazi pubblici urbani.
PACTESUR propone il finanziamento di attrezzature pilota per la messa in sicurezza degli spazi pubblici con un’attenzione specifica alla loro integrazione nel paesaggio urbano, al patrimonio naturale e culturale, all’estetica, al design e alla mobilità urbana per evitare di “bunkerare” gli spazi pubblici aperti. L’idea è di non trasformare le città in castelli fortificati.
Le attrezzature pilota avranno in comune di essere implementate in 3 spazi pubblici dimostrativi urbani nelle 3 città partner principali, che sono altamente visitati sia dai locali che dai turissti, come “soft targets”.
Essi riflettono anche i diversi approcci delle tre città faro nel dare priorità alla sicurezza degli spazi pubblici.
La Città di Torino attraverso il progetto PACTESUR intende dare priorità alla prevenzione dei movimenti di folla incontrollati attraverso strumenti ad alta tecnologia e non vuole installare sulle piazze pubbliche attrezzature fisse che potrebbero snaturare il suo patrimonio culturale e che non si adattano agli specifici vincoli urbanistici del centro città.
Nel giugno 2017, durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League, la Città di Torino, ha sperimentato l’effetto di una folla spaventata e disorientata in una delle sue piazze più belle, Piazza San Carlo. E questo senza un “attacco” ma per una serie di circostanze che hanno generato il panico tra la gente. In quell’occasione tutte le difese studiate per impedire l’accesso alla piazza di potenziali persone o veicoli non autorizzati, hanno di fatto rallentato il deflusso della folla.
Sulla base di questa esperienza, la Città di Torino, nell’ambito del progetto, piuttosto che puntare sull’ “arredo urbano” che integra dissuasori o infrastrutture destinate a controllare l’accesso agli spazi pubblici, propone un approccio basato sulla gestione della folla. Piazza Vittorio Veneto, scelta come sito dimostrativo, sarà dotata di tecnologie per il monitoraggio della folla (integrando le infrastrutture già esistenti e tenendo conto dell’aspetto di “non bunkeraggio”).
Questo monitoraggio non si basa solo su sistemi di videosorveglianza ma anche sullo sfruttamento e l’integrazione di altri flussi di dati, permettendo l’identificazione delle criticità in tempo reale e il miglioramento della gestione del flusso e del deflusso di grandi numeri di persone in termini di sicurezza, per una migliore governance degli eventi da parte delle Autorità.
Piazza Vittorio Veneto è una delle piazze più importanti di Torino, situata nel centro storico della città. Qui le azioni previste dal progetto sono:
Contemporaneamente, il focus del progetto PACTESUR per Nizza, capofila del progetto, è il potenziamento delle difese della Promenade des Anglais – oggetto dell’attentato terroristico del 14 giugno 2016 – con infrastrutture fisse dissuasive.
Liegi, terza città faro del progetto, ha deciso di investire in attrezzature fisiche per rafforzare la sicurezza dei suoi spazi pubblici nel quadro di PACTESUR.
La città di Liegi sta attualmente mettendo in sicurezza due siti molto frequentati: Piazza Saint Lambert e la zona di Le Carré con l’installazione di 20 metri di barriere innovative rimovibili.
Nell’ambito del progetto europeo PACTESUR, ANCI Piemonte e la Città di Torino hanno organizzato la Settimana Europea della Sicurezza, che si è svolta online dal 19 al 23 ottobre 2020.
L’evento ha affrontato una serie di argomenti davvero importanti e attuali come la minaccia terroristica, la gestione e la comunicazione delle emergenze, la sicurezza integrata, l’uso di strumenti digitali nonché l’impatto del Covid-19 sulla gestione degli spazi e degli eventi pubblici. Sono stati anche condivisi i risultati di due anni di lavoro, le esperienze e le best practice delle città coinvolte nel progetto.
Fondo per la sicurezza interna dell’Unione europea – Polizia
Contributo UE alla città di Torino
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Durata progetto in mesi